sabato 17 dicembre 2011

Illumina Terrae-Ex conservatorio S. Anna-lecce


Luce dei miei occhi

Un corpo di donna nudo isolato su sfondo bianco e luminoso esce dalla luce come qualcosa di etereo e carnale insieme, inizia così il gioco malizioso e simbolico tra immagine fotografica e il suo reale messaggio.

Nell’immagine scelta nulla è lasciato al caso; bocca rossa e carnosa, lunghi e lisci capelli nero corvino, neo sulle labbra, carnagione candida e pelle segnata da tatuaggi provocatori. Questa donna ha tutte le caratteristiche della <>, una Valentina in chiave iper-contemporanea, che rappresenta una nuova sensualità estremamente attuale nella sua energia, una <> che lotta per la dovuta indipendenza senza rinunciare alla carica femminile che ogni donna possiede.

Esile ma forte perché << nella nuova contemporaneità tutto deve esser forzatamente bello e quelle forme sono il simbolo dell’idea di un raggiungimento di vittoria sulla vita.>> (Come racconta l’autore)

In questo gioco estetico come riesce a cavarsela il messaggio reale? Partendo dalle parole di uso comune <>, il simbolo del messaggio diventa un neon posizionato sullo sguardo non per illuminarlo come ci si potrebbe aspettare, ma per coprirlo perché dove arriva la luce termina il bisogno di guardare, scrutare o seguire ma basta farsi guidare da quell’intima illuminazione che ognuno di noi può raggiungere.

Il lightbox è sicuramente la cifra stilistica dell’artista ma in questo per la prima volta sfrutta la luce come unica e indiscussa protagonista sia nella forma che nei contenuti, dichiarando la velleità e la determinazione di creare un’estetica autonoma che duri nel tempo.


Valeria Gatti

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