giovedì 14 ottobre 2010

The Bay Window Project: Intimi Parallelismi a cura di sybin- Londra. 18 agosto 2010






The Bay Window Project: Intimi Parallelismi a cura di sybin- Londra. 18 agosto 2010

La ricerca del giovane artista Italiano Salvo Mauro e' incentrata sul corpo umano e il suo rapporto con il luogo dove ci si sente più vulnerabili o più al sicuro: il bagno. Lì dentro siamo nudi, ci abbandoniamo ai nostri intimi rituali, non protetti e allo stesso tempo nascosti a occhi indiscreti. Almeno così crediamo. Se questa intimità viene violata di solito accadono disastri, come ci insegna Alfred Hitchcock in “Psycho”. La figura femminile unita ai sanitari dà forma ad un’icona nel convenzionale senso religioso del termine: tale icona è, da un lato, rafforzata dalla ripetizione; dall’altro, la stessa ripetizione porta alla perdita di significato, simboleggiando un percorso in cui il corpo, esposto a diversi tipi di luce, sembra diventare perfino più consapevole della sua fragilità e incertezza. I tubi della doccia, apparati industriali che spuntano dal collo della giovane donna, sono protesi che distorcono e contaminano il corpo, accentuandone la natura transitoria. Il bagno e’ il luogo di passaggio dove avvengono le trasformazioni, sia in modo rigenerativo che distruttivo. La strada è il luogo pubblico dove i cambiamenti quotidiani di solito rimangono privati dietro la sicurezza delle tende chiuse. Esposta allo sguardo del passante, che questa volta e' costretto a guardare, Intimi Parallelisminon solo mette in discussione i confini dell'intimità e i luoghi dove ci si aspetta di trovarla, ma invita lo spettatore a considerare la sua posizione nel mondo come essere transitorio che, davanti allo specchio del bagno, cambia ogni giorno.

TITOLO DELL’OPERA Seascape TECNICA e MATERIALI (e/o processi, procedure, procedimenti) fotografia digitale in carta, acquerello, light-box, suoni e vi






Installazione"Seascape"per la mostra Box3-La città che muta presso il MLAC 6
luglio 2010 di Roma di Barbara Coviello

“Seascape” impone una riflessione sull’elemento acqua. Guardando l’opera del celebre artista siciliano la prima cosa che si nota è l’elemento acqua nella sua forza e nel suo dominio sugl’altri elementi. L’acqua è ovunque: è il settanta percento del pianeta terra, così com’è il settanta percento del nostro corpo. E secondo gli scienziati questa percentuale è destinata a crescere. L’acqua domina il mondo è indispensabile alla nostra sopravvivenza così come a quella del pianeta terra; è l’elemento duttile e modificabile per eccellenza, non ha forma ma allo stesso tempo ha tutte le forme possibili: è indefinibile e invincibile proprio perché è eternamente cangiante. Può essere selvaggia, come quella di una cascata. In questo caso dobbiamo renderci conto che non si tratta di una natura dolce e bucolica; ma di una natura più forte di noi che se vuole può ucciderci. Può toglierci la vita, come un terremoto e una tempesta ma può anche darci la vita: tutti gli scienziati concordano che le prime forme di vita sono nate in acqua. Così in pesci rossi che nuotano tranquilli servono proprio a ricordarci la nostra dipendenza da questo elemento: siamo anche noi come i pesci rossi che nuotano sereni non pensando che l’acqua può anche toglierci la vita con la propria assenza. Poi l’opera mette in luce la dimensione pubblica dell’elemento e quella privata: quella pubblica è rappresentata dalla fontana, opera pubblica per eccellenza, quella privata dalla bagnante rappresentata nei quadri alle pareti. Il tema della bagnante è stato da sempre usato nella storia dell’arte ma questa bagnante contemporanea non solo si rilassa facendo il bagno serenamente: non ha un rapporto solo piacevole e sensuale con l’acqua. In uno dei quadri la modella viene rappresentata mentre tiene in mano un rubinetto e ha letteralmente l’acqua alla gola. L’espressione idiomatica “avere l’acqua alla gola” è molto forte e non ha bisogno di essere spiegata. Quello che stride è proprio questa dicotomia tra il piacere di guardare e di ascoltare quest’opera e quello che ci sta dicendo. Ci invita ad una riflessione del nostro rapporto con quest’elemento di cui noi siamo così dipendenti da poter perdere la vita sia a causa della sua presenza che della sua assenza.